Veronica Neri

Dal 1/07/2025 al 30/07/2025

Nel cuore della Calabria, là dove il margine si fa centro e i silenzi prendono parola, Veronica Neri ha operato fra manifestazione e latenza, rendendo abitabile lo spazio liminale in cui il visibile si sfalda nell’invisibile. La sua residenza artistica, Lieve come ciò che scompare, curata da Gina Venneri e coordinata da Luca Granato, è stata più che un soggiorno: è diventata un dispositivo di ascolto, un esercizio critico dello sguardo capace di andare oltre. Muovendo dalle soglie memoriali dei cimiteri della costa tirrenica cosentina, luoghi spesso abbandonati o svuotati della loro potenza straordinaria e stratificata, l’artista ha indagato le tensioni che attraversano lo spazio della morte. In questo contesto, i piccoli gesti di “manutenzione affettiva” – ridare nuova vita ai fiori abbandonati attraverso la loro raccolta e ri-disposizione – diventano per Neri segnali, indizi, frammenti tramite cui leggere le trasformazioni profonde della relazione tra viventi e trapassati.

La sua ricerca si è mossa all’interno di un percorso più ampio, in cui l’artista ha lavorato con materiali fragili e dimenticati per costruire archivi precari e intimi del presente. Opere che resistono alla logica della conservazione attraverso la pratica dell’attenzione, che interrogano la nostra capacità di sostare nel transitorio e di restituire dignità al resto, al rifiutato, al rimosso. In filigrana, si rivela una riflessione più ampia sulla rimozione della morte dalla coscienza collettiva.

Attraverso un approccio installativo e site-specific, intrecciato a una riflessione antropologica e paesologica, Neri ha seguito la trama sottile del tempo non lineare che abita i luoghi della commemorazione, ma non solo. L’acqua del fiume Busento che scorre lenta, l’ambiente silenzioso e rarefatto di una serra di crisantemi a Gioia Tauro, le stoffe logore disposte sui banchi dei mercati paolani: tutto concorre a disegnare una cartografia della sparizione, una poetica dell’effimero e della soglia.

In un’epoca segnata dall’eccesso di esposizione e dalla pressione produttiva, la residenza si è configurata come un atto di rallentamento e resistenza, un invito a sostare nella vulnerabilità delle cose. Neri non ha rappresentato il territorio, ma lo ha attraversato con leggerezza: ascoltandolo, lo ha abitato provvisoriamente stabilendo relazioni non proprietarie ma porose, attraversabili, fertili, fluide. Lì, dove la memoria si fa detrito e i gesti si ripetono come liturgie senza spettatori, si è aperto un varco lieve, come ciò che scompare.

Paola, Italia -
Osservatoriomaree

Veronica Neri

Veronica Neri (Sora, 1995) è un’artista visiva la cui pratica si muove tra installazione, gesto performativo e ritualità quotidiana. Al centro della sua ricerca si trovano la caducità delle forme, la relazione tra cura e abbandono, e il dialogo tra intimità e sfera pubblica. Ha partecipato a numerose residenze e progetti espositivi, lavorando spesso in contesti marginali o domestici, nei quali attiva dispositivi visivi e poetici di resistenza al tempo e all’oblio.

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