- Luca Granato
- Maggio 7, 2025
Etimologia: risalire all'origine per immaginare il futuro
Conversazione con Valentina Romeo, fondatrice di Etimologia Magazine
In un'epoca dominata da velocità e frammentazione, Etimologia Magazine si impone come spazio necessario di rallentamento e riflessione. Abbiamo incontrato Valentina Romeo, ideatrice e direttrice di questo magazine d’artista nato a Reggio Calabria, per esplorare insieme le radici e le visioni di un progetto che intreccia estetica, pensiero critico e relazione. Un dialogo sulla natura del linguaggio, sull’urgenza di comunicare in modo autentico e sul potere delle domande come motore di trasformazione culturale.
Perché “Etimologia”? Il nome del magazine è già un manifesto. Ma da cosa nasce questa scelta e quale visione intende evocare?
Nel suo significato originario “Etimologia” indica la scienza che si occupa dello studio delle parole e della loro storia e ne ricerca le peculiarità semantiche, fonetiche e morfologiche. L’attenzione verso la profondità dei significati e il loro mutare nel tempo, scaturisce una riflessione sul significato implicito che il termine stesso possiede – un significato cronologico : il passato dell’origine e il futuro dell’evoluzione.
Da questa dicotomia temporale, si origina la scelta del nome Etimologia.
Nel linguaggio comune, “etimologia” è spesso ricondotta al suo contesto primario linguistico e quasi semantico, in questo progetto il termine viene ri-contestualizzato e assume un nuovo significato. Etimologia allude all’interesse verso il processo che porta qualcosa ad essere tale: la sua origine, la causa e la sua affermazione.
Quando si parla di linguaggio, non si riferisce solo alla parola, ma al modo di raccontare “qualcosa o qualcuno”. Durante la vita ordinaria, nel quotidiano, parliamo di “linguaggi” diversi e articolati, qualificati e caratterizzati da peculiarità specifiche e afferenti a svariati campi del sapere: linguaggio artistico, linguaggio cinematografico, linguaggio musicale, linguaggio teatrale. Confrontarsi con il “linguaggio” costringe ad interrogarsi sulla pluralità alla quale Etimologia Magazine attinge, per poter ricercare in modo complesso quello che ho identificato con l’espressione: “Origine del linguaggio contemporaneo”.
Come è possibile definire un “adesso” se non si è coscienti del “prima”?
Come è possibile definire un “prima” se non si è coscienti di “adesso”?
Chronos e Kairos devono coincidere per un momento e fondersi in qualcosa che comunemente chiamiamo “presente”.
Quali sono i presupposti da cui prende forma Etimologia Magazine? A quali domande o urgenze culturali intende rispondere questo progetto?
Come tutto ciò con cui entriamo in contatto nel quotidiano ci rende ciò che siamo?
Come si sta modificando la nostra percezione del mondo?
Cosa significa interpretare la realtà?
I presupposti che hanno condotto alla costruzione di Etimologia Magazine, non sono unicamente di natura artistica, ma nascono da una riflessione socio-antropologica e da alcune domande sul modo di comunicare contemporaneo. Lo studio di discipline come l’estetica, la storia della comunicazione e dell’arte, mi hanno permesso di intraprendere lunghe strade di riflessione non solo sulla comunicazione, ma soprattutto sul rapporto del singolo con la pluralità, quindi la relazione tra: persona e mondo.
Da questo concetto, nasce la domanda-scintilla che prelude la nascita di Etimologia Magazine: “Nel mondo attuale composto da iper-produzione, iper-tecnologia e saturo di mezzi espressivi, si è davvero capaci di comunicare in modo autentico?”
Proprio dal tentativo di trovare una risposta a questa domanda che si origina questo progetto.
Per riuscire a comprendere di più il mondo nel quale viviamo e superare il velo della superficialità, è sicuramente necessario incontrarsi tutti a metà strada, confrontarsi e argomentare il proprio punto di vista per iniziare ad intessere delle riflessioni capaci di elaborare ”visioni di contemporaneo”. Tutti gli addetti ai lavori del settore culturale, non hanno solo il diritto, ma anche il dovere morale di proporre diversi sguardi sulla realtà, per suscitare sempre più domande e condurre ad una più consapevole “fruizione del mondo” non come spettatori passivi, ma come parte attiva di una riflessione critica più ampia.
Perché scegliere la forma del magazine d’artista?
Cosa ti ha spinta a privilegiare questo formato e quale processo creativo ha accompagnato la sua nascita?
Etimologia è un magazine, senza esserlo.
L’ideazione di questo progetto non parte dall’intento di fondare una rivista d’arte per gli artisti o un magazine di settore dedicato agli addetti ai lavori della grafica e del design, ma piuttosto, l’obiettivo è stato quello di originare uno spazio che potesse ospitare diverse anime e diversi progetti, in modo libero e plurale.
Questa necessità di un nuovo spazio costringe a coniare un’espressione per caratterizzare la sua natura: la crasi tra libro d’artista e magazine d’arte, origina l’espressione “magazine d’artista”, quasi un neologismo, che rende bene l’idea. Unendo diversi codici, contenuti, eventi e notizie culturali, si genera Etimologia Magazine, un luogo di sperimentazione, che ospita e organizza diverse tipologie di temi, senza costrizioni editoriali o di forma.
Per comprendere bene di cosa si tratta e confrontarsi con questo “luogo”, bisogna ricorrere ad una metafora: Etimologia Magazine è un grande parco, nel quale ci si incontra, ci si racconta e si condivide insieme tempo e spazio in modo empatico e costruttivo. Un parco aperto, senza grossi limiti e con l’obiettivo comune di esplicitare, organizzare e diffondere la cultura in tutte le sue forme; uno spazio che favorisce la conoscenza reciproca, il racconto delle proprie esperienze e la costruzione di un percorso di consapevolezza su tutto ciò che viviamo, rendendo la cultura e l’arte concrete e autentiche.
Etimologia nasce con una forte componente relazionale. Come si rapporta oggi al territorio da cui proviene — Reggio Calabria — e a quelli che incontra attraverso la rete?
Nella storia, indipendentemente dal periodo, dall’area geografica e dall’estrazione sociale, l’essere umano ha sempre avuto la necessità di creare strumenti di connessione, tra il proprio mondo interno e il mondo esterno. Potersi raccontare all’altro fuori da sé, deriva probabilmente da una necessità al confronto e di cooperazione, volta alla costruzione di una realtà più ampia e complessa, che come singolo soggetto, non è possibile raggiungere.
Etimologia è Reggio e Reggio è Etimologia.
Al di là di ogni retorica, è dall’abitare con spirito critico la città di Reggio Calabria che prende vita Etimologia Magazine. Reggio – così come la Calabria e il mondo in generale – è un territorio ricco di tradizioni artistiche, culturali e linguistiche, con un patrimonio immateriale infinito e spesso sconosciuto, che però ha anche un presente. Tutto ciò che Reggio è stata, risuona ancora. L’essere umano è animato dalla cultura in modo più o meno consapevole e si contraddistingue per la sua necessità di cooperare, confrontarsi e dialogare con l’altro, questa necessità è presente nel mondo, ed è presente a Reggio.
Anche in questa occasione, le domande organizzano il percorso: Come possiamo valorizzare il presente senza dimenticarci del passato e del futuro? Come possiamo creare uno spazio che favorisca l’incontro tra poeti, artisti e intellettuali sparsi per il mondo? Come è possibile costruire una rete di sinergie e collaborazioni in grado di far emergere idee e talenti contemporanei?
Queste riflessioni, unite alla voglia di rimanere in questa Terra, danno vita ad Etimologia Magazine come luogo aperto ad ogni tipologia di influenza e di contributo. Non è un progetto che racconta Reggio Calabria, ma è un magazine che ha le sue radici a Reggio Calabria e che contiene al suo interno contributi da tutta Italia e anche dall’estero, con l’obiettivo di diventare sempre di più un luogo eterogeneo, permettendo una panoramica concreta e reale sul contemporaneo.
Parliamo di senso e linguaggio. Etimologia implica un’indagine, una ricerca sul significato: ma cosa state cercando, realmente? E in che modo il linguaggio diventa strumento per avvicinarsi a quel “qualcosa”?
Cerchiamo di allenare alla complessità.
In un mondo apparente infinito e illimitato, la presenza di molti strumenti per comunicare avvia un processo di democratizzazione dell’informazione: chiunque può creare, accedere e condividere quotidianamente un’enorme quantità di dati, questa possibilità origina una moltitudine di contenuti. Spontaneo è chiedersi come sia possibile, in questo sovraccarico informativo, accertarsi che un messaggio venga recepito e di conseguenza decodificato, nel modo corretto, da un uditorio che vaga in un caos comunicativo.
Etimologicamente la parola “comunicazione” dal latino “communicare”, si riferisce al mettere in comune qualcosa, per lo più di immateriale, per farla conoscere a qualcun altro. Esternare un pensiero, utilizzando qualsiasi mezzo, presuppone l’atto del “partecipare” ad un processo, basato non solo sulla trasmissione di informazioni, ma su uno scambio di influenze reciproche, attraverso l’esplicitazione concreta di pensieri e intenzioni e con la consapevolezza di prendere parte ad uno scambio di soggettività, oltre che di informazioni.
Etimologia Magazine desidera essere un “facilitatore di complessità”: un luogo in cui condividere contenuti di valore culturale attraverso due media principali: i social e il blog. La scelta di utilizzare i social non è solo funzionale alla diffusione dei contenuti, ma ha anche una necessità di ricalibrare l’ozio, trasformando lo scrolling superficiale e meccanico in una sorta di scrolling otium. Nella parte di blog, invece, si condensano i contributi, le interviste e i numeri del magazine che periodicamente vengono elaborati a seguito delle open call. L’obiettivo è creare uno spazio che renda accessibili idee profonde e stimolanti, facilitando il confronto e l’interazione tra persone, in un mondo digitale in continuo aggiornamento.
Hai definito Etimologia un luogo di brainstorming collettivo. Da cosa nasce questo brainstorming? E verso cosa vuole tendere, in termini di pensiero, visione, trasformazione?
All’interno di Etimologia Magazine si fondono prospettive variegate, favorendo l’emergere di nuovi significati e stimolando una riflessione concreta ed empatica. Il magazine si trasforma in un grande brainstorming, dove ogni contributo non solo arricchisce il dialogo collettivo, ma promuove anche una valutazione profonda della realtà, mettendo in relazione gli esseri umani e permettendo la nascita di sinergie tra diverse realtà.
Questo approccio nasce dalla necessità di esplorare il pensiero come fonte di idee e spunti di riflessione, attraverso l’unione di voci diverse, creando una piattaforma di scambio e dialogo tra artisti, poeti, intellettuali e chiunque desideri contribuire con la propria storia o progetto innovativo. Ogni contributo diventa un tassello all’interno di un mosaico complesso che riflette la pluralità delle esperienze e delle idee.
Questo brainstorming collettivo tende a promuovere una riflessione critica sui temi attuali, stimolando la creatività e incoraggiando una co-creazione di contenuti culturali. La visione è quella di diventare un luogo nel quale dove ogni partecipante, abbia l’opportunità di esprimere la propria individualità e il proprio punto di vista, condividendolo con l’altro in un’ottica di scambio e di rinnovamento.
Etimologia Magazine quindi non solo documenta, ma contribuisce attivamente alla creazione di un discorso collettivo sul contemporaneo, un modo maieutico che possa condurre ad una riflessione sempre aperta e caratterizzata da costanti dubbi e domande.
In un mondo saturo di immagini e notizie, la lentezza e la profondità sembrano gesti radicali. Come lavora Etimologia per restituire spazio all’ascolto, alla riflessione, alla pluralità?
Etimologia Magazine si propone di contrastare la superficialità dell’informazione e della comunicazione, offrendo uno spazio aperto al dibattito, al confronto e alla pluralità. La sua forza risiede in un approccio multidisciplinare che valorizza non solo la parola come fondamentale strumento di analisi critica, ma integra anche la grafica e altri linguaggi visivi e comunicativi come tasselli fondamentali. Ogni elemento all’interno del magazine è progettato per veicolare contenuti e messaggi in modo sinestetico, creando un’interazione tra suoni, immagini e testi.
Le prospettive variegate e la pluralità di punti di vista, spesso molto diversi tra loro, stimolano curiosità nei lettori, invitandoli ad avvicinarsi a Etimologia Magazine con un desiderio di scoperta e di ampliare le proprie conoscenze anche attraverso l’altro. In questo spazio ogni contributo diventa un modo per entrare in mondi spesso inesplorati e in prospettive inedite.
La costruzione di una rete è uno degli aspetti più importanti del progetto. Che tipo di collaborazioni cercate o auspicate per il futuro? E in che modo queste collaborazioni arricchiscono il magazine, ma anche chi lo legge?
La costruzione di una rete è uno degli obiettivi di Etimologia Magazine, la visione è quella di creare un’agorà culturale, un luogo dove diverse voci possano intrecciarsi e sfidare le convenzioni, generando nuovi orizzonti di pensiero. Auspichiamo a sinergie che possano arricchire non solo il magazine, ma anche i lettori, stimolando un approccio critico alla realtà contemporanea. Attraverso contributi di natura multidisciplinare, ogni collaborazione contribuisce a una profonda riflessione sulla nostra percezione del mondo e sul suo continuo mutamento. Le prospettive variegate che si intrecciano in Etimologia Magazine favoriscono l’emergere di nuovi significati, trasformando il magazine in un grande brainstorming collettivo. Ogni contributo diventa uno strumento per l’analisi critica e l’espressione personale, creando uno spazio vivo di interazione e partecipazione.
Oggi si parla spesso di editoria indipendente, ma non sempre se ne comprendono fino in fondo le sfide. Cosa significa per te portare avanti un progetto culturale autonomo, con questa intensità e visione?
L’interesse nel portare avanti il progetto in modo indipendente, non si limita a una semplice scelta riguardo al rapporto tra riviste e case editrici, ma rappresenta anche un intento concettuale volto ad eludere i meccanismi di subordinazione, propri degli standard di comunicazione che una rivista dovrebbe necessariamente possedere. Questa volontà deriva quindi da una scelta consapevole e dalla necessità di preservare l’autonomia dell’espressione intellettuale, sia dal punto di vista della gestione del progetto, sia da quello di chi si propone. Etimologia Magazine si configura come uno spazio aperto a chi desidera raccontarsi attraverso l’arte e la cultura. Questo approccio si traduce anche linguisticamente, attraverso i due aggettivi scelti per qualificarlo: “sperimentale” e “indipendente”. Lo spazio si evolve e si trasforma in base ai contributi ricevuti e alle collaborazioni che si sviluppano nel tempo.
Portare avanti un progetto culturale indipendente implica un impegno quotidiano per mantenere viva una visione e per diffondere valori, prospettive e contributi culturali capaci di rappresentare una possibilità di realtà. Si tratta di un progetto che si inserisce nel più ampio ecosistema della comunicazione e dei social, ponendo attenzione e dando rilievo a nuove voci, prospettive e narrazioni capaci di arricchire il panorama culturale orientato alla ricerca, alla sperimentazione e all’autenticità.
Quali sono i prossimi passi per Etimologia Magazine?
Etimologia Magazine si impegna a offrire sempre più spazio e opportunità di confronto e supporto ad artisti, intellettuali e poeti. Attraverso interviste, rubriche e iniziative, intende contribuire attivamente alla costruzione di nuovi scenari contemporanei. L’obiettivo è diventare un punto d’incontro tra diverse realtà, favorendo la conoscenza reciproca e creando una commistione di linguaggi attraverso la connessione e la creazione di attività culturali, generando così sinergie e nuove occasioni di confronto.
Inoltre, questo spazio vuole favorire e incentivare la partecipazione di giovani artisti e realtà emergenti, che invito a contattare Etimologia Magazine per proporsi, creare uno scambio multidisciplinare e generare un dialogo costruttivo e arricchente.

Per saperne di più
Etimologia Magazine
Etimologia, un magazine d’artista sperimentale e indipendente che si occupa della ricerca dell’origine del linguaggio contemporaneo. Un invito ad interrogarsi attivamente sul mondo, attraverso un approccio multidisciplinare; Etimologia si configura come un grande brainstorming, un luogo aperto dove è possibile raccontare l’evoluzione sensibile della realtà attraverso l’arte e la cultura.
Valentina Romeo
Valentina Romeo è una visual designer multidisciplinare, laureata in Grafica d’Arte e con specializzazione magistrale in Grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Dal 2018 collabora con istituzioni, aziende e associazioni su una varietà di progetti culturali, contribuendo a pubblicazioni di diverse case editrici. Attualmente, Valentina si dedica a una ricerca artistica che analizza le dinamiche relazionali tra il mondo postmoderno e l’individuo, attraverso la fondazione di Etimologia Magazine, un luogo sperimentale e indipendente che si occupa della ricerca dell’origine del linguaggio contemporaneo.

Luca Granato (Cosenza, 1999) è un artista visivo con sede in Sud Italia.
Si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dove svolge un dottorato di ricerca in Performance Art and Cultural Heritage. Nel 2022 fonda Osservatoriomaree, un progetto indipendente di ricerca e indagine transdisciplinare che coinvolge il territorio meridionale.
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