Jin, Jiyan, Azadi!
Giacomo Sini
Dal 11/02/2023 al 25/02/2023
Non possiamo comprendere cosa sia la libertà senza riferirci a quella negata alle donne in molti luoghi del mondo e non
possiamo affrontare l’analisi dello sfruttamento sistemico della donna senza una critica alla società capitalista che viviamo
tutti i giorni. La presa di coscienza collettiva deve partire necessariamente dalla critica e contestazione del modello che abbiamo assorbito e in cui crediamo da millenni. Il primo passo per l’autodeterminazione è la messa in discussione delle nostre più profonde e radicate certezze. Infatti, come scrive Öcalan: “La schiavitù delle donne non è né una legge della natura
né un destino”.
Jin, Jiyan, Azadî in curdo significa Donna, Vita, Libertà, uno dei motti principali del movimento di liberazione delle donne
curde sin dalla fine del XX secolo. Il motto è associato alla jineologia, un’ideologia femminista che rivendica una società libera dal patriarcato, teorizzata per la prima volta dal leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan.
Queste parole hanno un significato rilevante, soprattutto nel nord-est della Siria, dove nel 2011 si è realizzata una rivoluzione ecologica, femminista ed inclusiva che ha portato alla nascita dell’Amministrazione Autonoma del Nord e dell’Est della
Syria, conosciuta anche come Rojava, all’interno della quale la jineologia si consolida come uno dei principi fondanti.
Nel 2014, quando ISIS riuscì a conquistare gran parte del territorio siriano e parte di quello Iracheno, il modello autonomo
fu messo in grave pericolo; soprattutto nel momento in cui la bandiera nera del Califfato sventolò su di una parte della città
di Kobane, al confine con il territorio del Kurdistan in zona Turca. Dopo mesi di estenuante resistenza da parte delle YPG/YPJ
ed una città rasa al suolo da un durissimo conflitto, il territorio venne liberato ed il progetto rivoluzionario potè continuare
in un processo di ascesa e sviluppo che continuano sino ai giorni nostri, nonostante i continui attacchi del vicino turco ed i
suoi alleati jihadisti e mercenari nel territorio siriano.
Il progetto fotografico di Giacomo Sini in mostra, risalente al 2022, documenta alcuni momenti di vita quotidiana a Jinwar, parola che in Kurmanji significa Terra delle donne, e permette, anche attraverso le immagini di Gundê Jinwar, di lanciare uno sguardo al difficile contesto del territorio nel quale questo modello rivoluzionario si è sviluppato. Il villaggio si trova nel Cantone di Cizire ed è quasi del tutto autosufficiente: costituitasi una
cooperativa di donne in fuga dalle violenze, che elegge circolarmente la sua portavoce attraverso un consiglio-assemblea, nei suoi campi si continuano a coltivare ulivi, albicocchi e grano per il pane. Lo sviluppo delle libertà individuali può avvenire soltanto attraverso le pratiche collettive, fondate sull’incontro, l’uguaglianza e la cooperazione.
Opening 8 Marzo 2023, ingresso libero - Osservatoriomaree x Colpo
Orari: la mostra sarà visitabile con orario 15.30 – 20:30





Giacomo
Sini
Giacomo Sini nasce a Pisa nel 1989.
Laureato in Scienze Sociali, Giacomo Sini è giornalista e fotoreporter freelance, attraversando circa cinquanta Paesi per fotografarne le diverse realtà sociali e politiche. Negli ultimi anni ha viaggiato in Europa, Asia centrale, Medio Oriente, Vicino Oriente, Balcani, Nord Africa e Caucaso, toccando alcune zone di tensione come Afghanistan, Iraq, Siria, Palestina, Georgia, Ucraina, Libano, Cipro e Kurdistan. La sua attenzione si concentra soprattutto su storie di rifugiati, provenienti per lo più da aree di conflitto e post-conflitto, e di reportage culturali e sociali. I suoi lavori sono stati pubblicati su numerosi giornali e riviste internazionali come The Guardian, Der Spiegel, Vice, El Pais, Stern, Die Zeit, Taz, National Geographic, Al Jazeera, L’Espresso, Repubblica, Domani, Il Fatto Quotidiano, Corriere del Ticino, Le Courrier, L’Express e l’Humanité Dimanche.

COLPO APS
COLPO rappresenta uno spazio inclusivo e aperto, dedicato alla promozione di attività culturali e sociali. Eventi, laboratori e iniziative mirano a costruire nuovi immaginari e stimolare pratiche collettive. Situato nel cuore di Paola, l’associazione è un laboratorio di idee, un luogo in cui abitare diversamente lo spazio sociale, superando le dinamiche ordinarie per proporre soluzioni condivise e alternative.
